ISTITUZIONE SCOLASTICA DI ISTRUZIONE CLASSICA E ARTISTICALICD-logo

LICEO CLASSICO AD OPZIONE BILINGUE – AOSTA

Classe: II A Bilingue Ao, il 4.03.2012

 

COMPITO IN CLASSE DI ITALIANO & FILOSOFIA

Sviluppa l’argomento scelto in forma di saggio breve o di articolo di giornale, utilizzando i documenti che lo corredano e facendo riferimento alle tue conoscenze e/o esperienze. Dà un titolo alla tua trattazione. Se scegli la forma del “saggio breve”, indica la destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, indica il tipo di giornale sul quale ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali. Non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.

TRACCIA 1

L’uomo ha sempre il dovere di salvaguardare la vita o ha il diritto di morire?

Il problema della finis vitae, o della “buona morte” (eutanasia), si è imposto con forza nel dibattito pubblico soprattutto negli ultimi decenni, da quando è possibile prolungare artificialmente la vita mediante macchine che sostituiscono le funzioni naturali. Il cambiamento delle circostanze del morire ha implicato un mutamento nella sua valutazione morale e la nascita di nuovi interrogativi: fino a che punto bisogna accettare un prolungamento artificiale della vita per sé e per gli altri? Chi fissa i limiti alle terapie mediche? Il paziente o la sua famiglia, il medico, la legge?

DOCUMENTI

Non sempre bisogna cercare di tenere la vita, perché vivere non é un bene, ma é un bene vivere bene. Così il saggio vivrà quanto deve, non quanto può; esaminerà dove gli converrà vivere, con quali persone, in quali condizioni, con quali occupazioni. Egli si preoccupa sempre del tipo di vita che conduce, non della sua durata: se gli si presentano molte avversità che turbano la sua tranquillità, esce dal carcere… Quel che importa non é morire più presto o più tardi, ma importa morire bene o male, ma morire bene é fuggire il pericolo di vivere male.” [Seneca , Epistole a Lucilio, 70]

Tutti i tuoi schiavi, tutte le bestie vivono: l’importante è morire con dignità, saggezza e coraggio. [Seneca, Epistole a Lucilio, IX, 77]

Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel’ha donata. Egli ne rimane il sovrano Padrone. […] Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo. [Catechismo della Chiesa cattolica, 2280]

Come potrebbe il non credente pensare, vivere, decidere come se Dio fosse? Perché allora rompere la simmetria e chiedere al credente di pensare, vivere, decidere nelle cose fuori dal privato come se Dio non fosse ? [V. Possenti, Per la religione è il tempo della rivincita].

La legge naturale di cui parla la teologia cattolica non è detta naturale in riferimento alla natura biologica che accomuna l’uomo agli altri esseri viventi, ma in riferimento alla natura della persona umana, “che è la persona stessa nell’unità di anima e corpo; nell’unità delle sue inclinazioni sia di ordine spirituale sia biologico e di tutte le altre caratteristiche specifiche necessarie al perseguimento del suo fine.” [M. Faggioni, La vita e le forme. Rapporto fra biologia e antropologia, in Pontificia Academia pro Vita].

 Confermo che l’eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una persona umana. (65)

 Le leggi che autorizzano e favoriscono […] l’eutanasia si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica. (72) [Giovanni Paolo II, Enciclica Evangelium vitae, 25 marzo 1995]

 La morale moderna non è, genericamente, la morale della vita. E’ la morale della vita felice. L’accostamento laico non si basa sul valore comunque della vita, ma sul valore di una vita che possa dirsi umana. [U. Scarpelli, Bioetica laica].

Quando si parla di natura, si compie un’astrazione che è difficile seguire. Che cos’è “natura“? Esiste nella sua purezza, visto che la storia è fatta anche dai continui interventi dell’uomo su di essa? L’introduzione di dosi massicce di artificialità della natura fa parte dei processi di civilizzazione. Natura è il corpo umano, ma la storia ha agito su di esso anche attraverso un forte disciplinamento etico e sociale. Dalla natura non si può cancellare la storia che essa ha vissuto. [Vittoria Franco, Bioetica e procreazione assistita . Le politiche della vita tra libertà e responsabilità].

 Il primo dei principi che ispira noi laici è quello dell’autonomia. Ogni individuo ha pari dignità, e non devono esservi autorità superiori che possano arrogarsi il diritto di scegliere per lui tutte quelle questioni che riguardano la sua salute e la sua vita. Questo significa che la sfera delle decisioni individuali in questioni come l’eutanasia, la sperimentazione di nuove terapie, deve venire allargata al di là di quanto oggi non accada.

[…] L’accettazione del pluralismo non si identifica con il relativismo, come troppo spesso sostengono i critici. La libertà della ricerca, l’autonomia delle persone, l’equità sono per i laici valori irrinunciabili. [C. Flamigni, A. Massarenti, M. Mori, A. Petroni, Manifesto di bioetica laica, p. 28 e p. 90].

Chi pensa che la propria vita sarebbe peggiore se la morte venisse rimandata di settimane grazie a una dozzina di macchinari, o se restasse biologicamente vivo per anni come un vegetale, è anche convinto di mostrare più rispetto per il contributo umano alla sacralità della vita facendo in modo da evitare una situazione simile. [Ronald Dworkin, Il dominio della vita. Aborto, eutanasia e libertà individuale, pp. 297–298]

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. [Articolo 32 della Costituzione Italiana]

Il Parlamento italiano ha deliberato la ratifica della “Convenzione di Oviedo” del 4 aprile 1997 con la legge 28 marzo 2001, n. 145. […] In concreto, l’articolo 9 della Convenzione precisa che, nel caso in cui per qualsiasi motivo il paziente non sia in grado di esprimere la propria volontà, si deve tener conto dei desideri precedentemente espressi. [Senato della Repubblica, XVI legislatura, Disegno di Legge d’iniziativa dei senatori Baio, Bosone. Disposizioni in materia di dichiarazione anticipata di trattamento].